“Yalla – Rise up in the Palestinian refugee camps”

Progetto nel campo profughi palestinese di Shatila – Beirut (Libano)

Libano

Il Progetto “Yalla – Rise up in the Palestinian refugee camps” nasce nel Febbraio 2012 tra le associazioni di volontariato Ingegneria Senza Frontiere (ISF) di Ancona, Modena e Roma, in seguito all’incontro con Farshid Nourai, coordinatore nazionale dell’Associazione Italiana per la Pace.

Assopace collabora da anni con l’associazione palestinese CYC – Children and Youth Centre, che lavora nei campi profughi palestinesi di Shatila, a Beirut, e Nahr El Bared, a Tripoli, per garantire ai giovani un’educazione basata sul gioco e sul diritto di espressione, sviluppata attraverso le proprie abilità e la propria immaginazione. Le attività hanno l’obiettivo di fornire alle future generazioni gli strumenti necessari per partecipare attivamente e in maniera consapevole all’interno della propria comunità e, più in generale, della società, nell’eterna attesa di rivivere la terra negata. La possibilità di autodeterminazione di ogni individuo attraverso la presa di coscienza della propria condizione e la forza della memoria storica, possono infatti rappresentare il primo passo per uscire dall’attuale “condizione esistenziale di profugo”, che rischia altrimenti di radicarsi drammaticamente nelle nuove generazioni che non sono in grado di poter immaginare possibili alternative.

I primi incontri tra le sedi ISF ed Assopace sono stati incentrati sulla formazione storica e geopolitica dei volontari, con particolare attenzione alla questione Palestinese ed al contesto Libanese. Questa preliminare fase formativa ci ha permesso, nel Febbraio 2012, di intraprendere il primo viaggio conoscitivo a Beirut per incontrare l’associazione CYC. Da questo primo incontro, è scaturita la nostra volontà, maturata attraverso processi “orizzontali” e partecipativi, di collaborare nel tentativo di sostenere e supportare le attività portate avanti da Assopace e CYC, dando un contributo ulteriore e complementare al lavoro svolto da queste ultime per la formazione di individui e di collettività coscienti nelle comunità palestinesi di Shatila e Nahr El Bared. Nei viaggi successivi abbiamo sostenuto e partecipato ad eventi e percorsi di formazione, con bambini ed adulti dei campi rifugiati libanesi.

Ogni viaggio, finalizzato al contempo all’avanzamento delle differenti attività di progetto, è pensato per consolidare e rafforzare i rapporti con i partner locali, attraverso la condivisione di pratiche, tecniche e culture, nell’ottica di fornire una visione differente dell’immaginario di cooperazione occidentale, talvolta “frettolosa” e poco calata nei singoli contesti, e dar vita a quel lungo percorso di scambio e di crescita, che sono prerogativa essenziale dei nostri progetti ISF.

Per quanto concerne l’aspetto tecnico del progetto, in base alle esigenze espresse dalla comunità locale, abbiamo finora realizzato uno studio di fattibilità per un impianto di potabilizzazione, svolgendo anche una campagna di analisi sulle acque della rete idrica di Shatila, condotto una verifica di un progetto proposto dai lavoratori del campo per l’ampliamento e la messa in sicurezza di un edificio di prossimo utilizzo per le attività del CYC, coinvolto gli operatori del centro stesso in un corso base di informatica.

Nel mese di Maggio del 2013, con alcuni dei ragazzi del campo è stato effettuato uno scambio culturale all’interno del progetto euopeo Youth in Action

PROGETTO YOUTH IN ACTION

Nel mese di Agosto del 2014 è iniziato un progetto per l’installazione di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto del CYC per ottenere una parziale autonomia  dalla rete elettrica del campo. Nel corso di tutto il 2015 e aprile 2016, grazie al finanziamento dell 8xmille della Chiesa Valdese, l’impianto è stato ampliato e completato  per garantire al CYC la piena autonomia dalla rete elettrica del campo’.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO A SHATILA

Sulla base dei principi che condividiamo, propri dei soci di ISF, il progetto “Yalla” sarà un’ulteriore occasione per poter intraprendere un percorso di formazione, personale ed associativo, attraverso il confronto con un contesto decisamente complesso ed eterogeneo da un punto di vista politico e culturale.

Nel tentativo di offrire tempo e spazio ad un dialogo fra culture apparentemente molto differenti, sarà possibile svolgere quell’ “esercizio di libertà” che, in quanto Associazioni ISF, ci piace identificare con il nostro concetto di attività di volontariato.

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